Il mercoledì delle piante

Nessun grado di separazione

Non sarà la rivoluzione digitale a restituirci il futuro.

Dobbiamo guardare altrove, distogliere gli occhi dallo schermo, tornare nel mondo della vita. La vera risposta e il nuovo orizzonte verranno dalla più pacifica delle scienze naturali. Ma l’impatto sarà quello di una grande rivoluzione culturale e politica. Seguimi.

Bisogna uscire dalla stanza, dalla casa, dalla città. Un bosco, una montagna, una prateria. Respirare. Nient’altro che respirare. Vivere è respirare.

Sembrerebbe impossibile dimenticare una verità così basilare, eppure ci siamo riusciti. Forse non ci piaceva l’idea che in realtà “noi viviamo del respiro delle piante” (Coccia). Così abbiamo continuato a disboscare e carbonizzare il mondo finché negli ultimi decenni l’urgenza ecologica ci ha costretto a ridurre le emissioni e tutelare il polmone verde. Improvvisamente, le piante sono diventate importanti. Bisognava saperne di più. La botanica fino ad allora era praticata e vissuta come un’attività quasi filatelica.

“Pionieri come Hallé, Blanc, Mancuso, Baluska, Niklas, Trewavas hanno iniziato a porre alle piante domande che non erano mai state poste prima” (Coccia).

E proprio negli stessi anni nei quali si impone la tecno-mitologia della rivoluzione digitale, dell’automazione e dell’intelligenza artificiale, i pionieri della nuova botanica cominciano a parlare di intelligenza delle piante. Inizialmente sono osteggiati e anche dileggiati dal sistema scientifico istituzionale. Come può esserci intelligenza senza cervello?

Oggi l’intelligenza, la coscienza, la memoria, la sensibilità e la capacità di comunicare delle piante sono riconosciute e accettate e aprono nuove frontiere che superano “lo specialismo accademico basato su un dispositivo di ignoranza reciproca”.

Mi stai seguendo? Stai arrivando alla rivoluzione. Siamo al passaggio più delicato.

Come saprai, abbiamo sempre cercato i misteri della vita e dell’evoluzione nel comportamento animale. Poi abbiamo modellato tutte le nostre distinzioni, separazioni, gerarchie mentali e i nostri sistemi sociali ed economici sui caratteri del nostro animale guida, il grande predatore: aggressività, competizione, selezione, territorialità, dominio. Possiamo vedere dove siamo arrivati. Catastrofi ambientali, sociali e finanziarie, all in one.

La scoperta rivoluzionaria della nuova botanica è questa: “non sono i meccanismi di competizione e selezione che permettono alla vita di svilupparsi e migliorarsi, ma processi di simbiosi, collaborazione e solidarietà”.

Capisci? Le comunità vegetali hanno la risposta! Non la lotta per sopravvivere, ma l’intelligenza per convivere. La foresta è il nuovo modello di insediamento. Gli alberi sono i nostri nuovi viventi guida. La sostenibilità ha trovato un telaio sostenitore.

La mescolanza è la filosofia della vita. Il fiore, il seme, il cervello, il sesso permettono l’incontro, l’evoluzione, il divenire. Anche la mescolanza delle scienze e delle arti. La cultura non è disciplina e separazione, ma eros e fecondazione.

Nessun grado di separazione, non c’è più nessuna divisione tra di noi. 

Siamo una sola direzione in questo universo che si muove.  

Non le macchine e i microchip, ma le foreste, le piante, le foglie e i fiori ci faranno tornare la voglia di vivere, innamorarci, fare progetti e concepire figli.

“La vita è qualcosa che viene da un vivente per andare verso un altro vivente”.

Potremmo addirittura arrivare ad accettare la morte! No dai, teniamo i piedi per terra.

Testo: Leone Belotti.

Illustrazioni: Alessandra Corti.

Fonti e riferimenti:

Emanuele Coccia, La vita delle piante – Metafisica della mescolanza, 2018.

Francesca Michielin, Nessun grado di separazione, 2016.

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