Due parti di idrogeno per una di ossigeno
Da bambina un giorno trovai un biglietto lasciato dal nostro vicino. Chiedeva la grande cortesia di dare un goccio d’acqua alle sue piante.
nei mari della luna
non c’è una goccia d’acqua
che magnifico mare, per chi non sa nuotare…
Era un anziano pensionato, gentile e riservato. Come in tutte le case di ringhiera, avevamo il terrazzo in comune. Mia madre incaricò me.
Al ritorno mi regalò una piccola pianta e senza che me ne accorgessi, giorno dopo giorno, lasciandomi bigliettini, mi insegnò a bagnare le piante e così imparai ad amarle. Ma mi insegnò anche a rispettare la cosa più importante, l’acqua.
per essere risorsa, diritto, elemento fondante come l’aria,
per la capacità di lavare, togliere la sete, nutrire le piante,
Nel giro di pochi anni nella mia zona di balcone si faticava a passare, tante piante avevo. E in tutto il caseggiato s’era diffusa la cortesia di bagnare le piante dei vicini.
per la sua eguaglianza universale,
per il suo essere bene indiviso nei secoli,
per l’indipedenza di ogni particella dalle altre
per la libertà del suo stato liquido, solido, gassoso,
L’estate dei miei 14 anni, il giorno prima di partire per la montagna, il vicino mi regalò un libro: “Walden, la vita nei boschi”. Lo conservo ancora, con le sottolineature feroci che feci allora.
“Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto la natura aveva da insegnarmi”.
“Guardate gli alberi spogli, le foglie secche, guardate i campi rossastri e appassiti, le erbe scolorite. Questo è il rapporto che ci lega alla natura in questo momento: siamo queste piante. Anche noi ora non abbiamo più sapore, né verde, né colore”.
“Solo un rapporto più semplice e sincero con la natura, conferisce alla vita una particolare attrattiva. Perdersi nei boschi, in qualsiasi momento, è un’esperienza sorprendente e preziosa. Non ci può essere nessuna oscura malinconia per chi vive in mezzo alla natura”.
Sono passati più di cinquant’anni, vivo ancora in mezzo alle piante nella stessa casa di ringhiera. Stasera non le bagnerò. Tra poco pioverà.
“La natura non fa rumore. Il fruscio della foglia, il picchiettio della pioggia non disturbano”.
Negli ultimi anni ho fatto io la parte della pensionata gentile che lasciando bigliettini ha insegnato a bagnare le piante al figlio dei vicini. Adesso è un adolescente irrequieto. Prima che partisse gli ho regalato questo stesso libro.
“Non sono nato per essere costretto. Voglio respirare liberamente”.
Chissà se lo sta leggendo. Sta facendo la sua prima vacanza di trekking, in viaggio a piedi tra le alpi, i boschi e il mare, seguendo il percorso dell’acqua.
per il suo essere linea, confine, finis terrae
per la commovente resistenza dei ghiacciai
per la pazienza del bagnasciuga a Ferragosto;
per la consapevolezza della sua massa gigantesca
Ogni tanto mi manda un messaggio, qualche foto. A volte rispondo. Come se ci lasciassimo bigliettini sul terrazzo. E poi mi ha mandato questo file audio, “Due parti di idrogeno per una di ossigeno”, che in questi giorni continuo ad ascoltare. Non è solo una canzone, una ballata, ma una preghiera, un grido.
L’acqua rappresenta il 90% di ogni corpo umano.
Che prezzo dare alla vita? Che valore più o meno?
Potrei rispondergli: l’acqua non ha prezzo, come la vita. Non si può vendere, comprare e nemmeno sprecare. Si, gli scriverò così.
Si è fatto tardi e forse dopotutto non pioverà. Le bagnerò ma non troppo.
Che faremo allora degli stagni, delle pozzanghere,
ma soprattutto dell’acqua dei vasi da fiore,
dove la mettiamo, a costo o a ricavo?
Molti anni fa, una notte di fine estate ancora molto calda, come questa, tornando dalla discoteca vidi l’acqua nei sottovasi del vicino ed ebbi la certezza che fosse successo qualcosa. L’acqua nei sottovasi deve essere tolta dieci o venti minuti dopo averle bagnate. Me l’aveva insegnato lui.
Mi appisolo in terrazza e mi risveglia il trillo del telefono, è mezzanotte passata. Un messaggio. Il giovanotto ha iniziato a leggere Walden e mi manda la sua “citazione top”, con le tre icone del pollice in su, tre volte top.
“Se una pianta non può vivere secondo la propria natura, muore. E lo stesso accade a un uomo”.
Ragazzo mio, cosa risponderti? Mi sono messa a bagnare le piante. Non avevo ancora finito che il telefono s’illumina di nuovo. Nuovo messaggio.
“Ma se una pianta ritrova la propria natura, rivive! E lo stesso accade a un uomo”.
Immediatamente gli ho risposto top, tre volte top.
Testi:
Leone Belotti
Illustrazioni:
Alessandra Corti
Fonti e riferimenti:
Marco Paolini e i Mercanti di liquore, Due parti di idrogeno per una di ossigeno, 2004.
Gianni Rodari, I mari della luna, Filastrocche in cielo e in terra, 1960.
H.D. Thoreau, Walden, ovvero vita nei boschi, 1854.