Il silenzio delle piante
Ci sono silenzi che valgono più di tutte le parole del mondo.
Negli spazi ad altissima densità di comunicazione del vivere contemporaneo, centri commerciali, centri congressi, grandi spazi pubblici dove si sommano migliaia di voci, parole e linguaggi, niente è più prezioso delle forme di vita che mantengono il silenzio. Il significato, la forza, le possibilità del silenzio.
La pianta, la fioriera al centro della galleria, apparentemente ha solo una funzione scenografica, “di bellezza”.
Lei non parla mai
Lei non dice mai niente
In realtà è una forma di vita superiore, dello spirito. Con il suo silenzio, è come la calma nella tempesta, un faro nella notte che si erge sopra il vortice delle voci.
Perché è proprio dove si celebra il trionfo della comunicazione, nel frastuono, nel frullato di voci umane e artificiali, che la persona sensibile rimane improvvisamente e completamente ammutolita dal rumore di fondo. Si sente sperduta e sola in mezzo alla folla, come se il risultato di milioni di suggestioni sensoriali fosse l’indigestione, la nausea, l’insensatezza, il vuoto, l’incomunicabilità.
Ha bisogno d’affetto
e pensa che il mondo
non sia solo questo
In quei momenti, l’unico riparo, l’unica comprensione viene dall’isola verde che ti attira come un’ancora di salvezza. Ti siedi sotto le fronde, respiri. Guardi questa pianta tropicale.
Non c’è niente di meglio
che stare ferma
dentro uno specchio
Questa complicità silenziosa che tutti noi proviamo con le piante “pubbliche” è descritta perfettamente in tre frasi dal premio Nobel per la letteratura Wislawa Szymborska nella poesia intitolata “Il silenzio delle piante”.
“Cerchiamo di sapere qualcosa, ognuna a suo modo. Ciò che non sappiamo, anch’esso ci accomuna. Parlare con voi è necessario e impossibile”.
Le piante ti fanno cambiare frequenze, sintonia, sistema linguistico.
Hanakotoba è la parola giapponese che indica il linguaggio dei fiori. L’espressione “Iwanu ga hana” significa “il fiore è l’assenza di parole”.
e tutto viene dal niente
e niente rimane senza di te
L’amore si dice con gli occhi. La vita si sente a pelle. Il silenzio non ha prezzo.
Tutto il peso che ti opprimeva, a contatto con la pianta, sfiorandone le foglie, osservandone i fiori, si dissolve in leggerezza.
e tutta la vita
gira infinita
senza un perché.
Come se avessi resettato un sistema in tilt, ora puoi rialzare gli occhi, riaprire il cuore e la mente alla realtà intorno a te. E capisci che le piante “di bellezza” non solo rigenerano l’aria e attutiscono l’inquinamento acustico funzionando come sistemi fonoassorbenti, cosa che potrebbe fare anche un pannello in polistirolo, ma creano il silenzio pulito, vivo, ti parlano in silenzio, ti dicono “fai come me, ascolta, respira, fiorisci”. E questo il polistirolo non lo può fare.
La lezione di filosofia, di vita e di poesia delle “piante di bellezza” nell’epoca della comunicazione globale, è molto più profonda di quel che possa apparire.
Un invito a riscoprire la bellezza del silenzio. L’importanza di tornare a essere, come le piante, “portatori di silenzio”. La prima cosa che si impara all’Accademia del silenzio è proprio quella di “coltivare il silenzio come si coltiva un orto”.
Non c’è niente di meglio
che stare in silenzio
e pensare al meglio
La bellezza salverà il mondo? Si, in silenzio.
Ecco a cosa servono veramente le piante di bellezza.
Testi:
Leone Belotti
Illustrazioni:
Alessandra Corti
Fonti e riferimenti:
Nada, Senza un perché, 2004
Wislawa Szymborska, Il silenzio delle piante, 2011
Stefano Raimondi, Portatori di silenzio, 2012.