Il mercoledì delle piante

Musica leggerissima

È così semplice far parte del progetto della vita, ma è così difficile volerlo controllare, ricreare, modificare. Lo sperimentiamo da secoli, da millenni, ogni giorno, da quando abbiamo smesso di essere raccoglitori e abbiamo iniziato a fare gli agricoltori. Il nostro piccolo progetto di dominio è cominciato allora. Niente ci ha fermato. Ma perché limitarsi a questo piccolo pianeta? Siamo arrivati addirittura a pensare di conquistare lo spazio.

E mentre immaginavamo di colonizzare nuovi pianeti, abbiamo bruciato le risorse della terra a un ritmo inaudito, insostenibile.

I tamburi annunciano un temporale

Il maestro è andato via

Oggi ci ritroviamo nell’ansia, nel timore della catastrofe. Tornare indietro, andare avanti, non sappiamo cosa fare.

Per non cadere dentro al buco nero

Che sta ad un passo da noi, da noi, più o meno

Ciascuno di noi, nelle sue giornate, alle prese con i problemi del suo sistema, della sua vita, del suo bilancio, della sua famiglia, in realtà, affronta lo stesso gigantesco problema che riguarda tutta l’umanità, e si ritrova bloccato come chi si rende conto di trovarsi in un campo minato, un campo minato a noi stessi.

Ripensi alla tua vita

Alle cose che hai lasciato

Cadere nello spazio

Della tua indifferenza

Animale

Ci sentiamo oppressi dal peso del nostro stesso esistere, delle responsabilità, delle scelte sbagliate fatte in passato e più ancora dal peso delle scelte da fare per il presente, il futuro, che devono essere scelte sostenibili, ecologiche. Guardiamo con occhio nuovo la natura, le piante, abbiamo bisogno d’aria, di leggerezza per poter fare queste scelte che comportano la rinuncia a tutto il peso superfluo accumulato, di materia e di spirito.

Se bastasse un concerto per far nascere un fiore

Però può bastare un fiore per far nascere un amore, può bastare l’odore o il colore di un fiore per innescare il ciclo della vita, lo vede anche un bambino, passeggiando in un prato a primavera, osservando il volo della cicoria, che sbuca qui e là con quei suoi cespi di foglie a forma di dente di leone, in mezzo ai quali poi sbocciano piccoli bulbi che si aprono in fiori gialli, che diventano soffioni, leggeri, leggerissimi, che prendono il volo e affidano al vento la continuazione della specie.

In realtà non si tratta solo di cambiare stile di vita e andare oltre il senso del possesso e interrompere la corsa ad accumulare risorse.

La vera armonia, la sostenibilità reale, l’empatia uomo-terra, lo sappiamo, anche se non vogliamo ammetterlo, sarà possibile solo se accettiamo la prima e unica legge del progetto naturale della vita: il divenire, la metamorfosi, il volare via dell’esistenza. Il nostro problema. Liberarsi del sogno/ossessione di vincere la morte e vivere per sempre, che è il progetto fisso della nostra religione/scienza, la tecnologia. Ecco il peso che ci dobbiamo togliere in questa lunga notte insonne per librarci in volo verso il nuovo giorno.

Metti un po’ di musica leggera

Perché ho voglia di niente

Anzi leggerissima 

Testo: Leone Belotti.

Illustrazioni: Alessandra Corti – immagine di copertina tratta da concerto di Ermes Pirlo

Fonti e riferimenti:

Colapesce e Dimartino, Musica leggerissima, 2021.

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