Il mercoledì delle piante

Respiri piano

Respiri piano per non far rumore

Dormire, sognare…

Nel “fare la nanna”, chiudendo i petali, ogni notte torniamo a essere fiori, cullati da Nanna, la Dea dei fiori della mitologia norrena, la Madre Terra del grande nord. E nel mondo invisibile dei sogni a volte ritroviamo la via, il contatto con il mondo della vita che abbiamo perduto nel multi-verso della tecnologia.

“Nanna, o l’anima delle piante” è un grazioso librino scritto nel 1848, nell’epoca del romanticismo e della riscoperta della sensibilità in opposizione al metodo scientifico, da Gustav Theodor Fechner, filosofo outsider, per dimostrare che le piante hanno un’anima. Rappresenta l’inizio di un percorso della conoscenza oggi accettato, ma inizialmente dileggiato dal mondo accademico, verso il riconoscimento dell’intelligenza delle piante, a partire dalla loro sensibilità.

Ribaltando il punto di vista tradizionale, Fechner considera le piante come soggetti di filantropia, cioè di amore per l’umanità. Perché le piante amano l’umanità?

“Poiché nell’aria si opera di continuo questo processo per cui l’anidride carbonica viene espirata dagli uomini e assorbita dalle piante, ne consegue che gli uomini nutrono le piante con il loro respiro”.

Oggi Monica Gagliano, la ricercatrice border-line che ha sconvolto il mondo scientifico con i suoi “esperimenti eleganti” sull’intelligenza delle piante, scrive: “nel respiro ci doniamo l’un l’altro un’esistenza permessa dalle reciproche esalazioni”.

La Gagliano nel suo “Così parlò la pianta” racconta questa sua duplice attività di ricerca: da un lato in laboratorio, dall’altro nelle foreste a contatto con le credenze, i riti e le pozioni magiche dei popoli autoctoni.

Questo suo modo alternativo di fare ricerca nasce un bel mattino quando si sveglia illuminata e decide che “non esiste una questione scientifica così rilevante da giustificare l’uccisione di un altro essere vivente”.

Ti addormenti di sera e ti risvegli col sole

sei chiara come un’alba, sei fresca come l’aria.

I suoi primi esperimenti dimostrano non solo la capacità delle piante di fare scelte intelligenti, ma anche di apprendere dalle esperienze e dunque ricordare. Parliamo dei famosi esperimenti con la Mimosa Pudica.

Diventi rossa se qualcuno ti guarda

Era il 2014, e nel suo girare il mondo la Gagliano era capitata a Firenze e aveva incontrato Stefano Mancuso. Su Internazionale un dettagliato reportage firmato Michael Pollan già prefigurava le diverse strade che le nuove scoperte stavano aprendo: da un lato, il ritorno all’etica della natura (la vera rivoluzione), dall’altro l’asservimento delle piante alle nuove tecnologie, biotecnologie e ingegnerie botaniche (la falsa rivoluzione green) e quindi alla fabbrica dell’aria e alle cascine automatiche, ribadendo lo status e la funzione di oggetti, merci e risorse delle piante in luogo del riconoscimento di esseri viventi.

Gagliano considera e chiama le piante come persone. Ci sono persone umane, persone animali e persone vegetali. Parla dei cereali ridotti in schiavitù e snaturati e dell’insubordinazione della foresta pluviale, bruciata e abbattuta, con le multinazionali che rivendicano il possesso di ciò che non è in vendita, brevettando e registrando ciò che non sta a loro commercializzare.

Propone di “tramutare un’idea di possesso in un’idea di custodia”.

Smitizza l’empatia: “una forma di narcisismo che rende l’altro una variante immaginaria dell’empatizzante. Conoscere attraverso l’ascolto profondo richiede piuttosto una perfetta sorpresa non intenzionalmente predeterminata.”

e sei fantastica quando sei assorta

nei tuoi problemi nei tuoi pensieri

“Quale profondità di sentimento possiede spesso una donna senza che nulla ne appaia all’esterno!” scriveva il buon Fechner per sostenere la vita psichica delle piante.

“Io non so perché il camminare o il gridare debba essere ritenuto depositario della vita psichica a preferenza del fiorire e dello spandere profumi”.

“Quello che sono per noi le parole, sono per le piante gli odori”

“E se le piante fossero mute poiché noi siamo sordi ad esse?”

e tu 

chissà dove sei, 

anima fragile

che mi ascoltavi immobile

ma senza ridere

Fechner ricorda che “milioni di asiatici ritengono le piante animate, così pure i popoli primitivi, gli antichi Greci, gli Egizi”, mentre nel mondo occidentale contemporaneo c’è “la voce della poesia che continuamente usa metafore sulle piante che ne presuppongono l’animazione”. Il curatore parla del “ruolo utopico della sensibilità” e della necessità di “una letteratura che riconosca nella descrizione dell’invisibile la propria zona espressiva”.

Anche Gagliano suggerisce lo strumento della narrativa come chiave d’accesso al mondo vegetale. Dice di cercare una “scrittura piantifica”.

La sua ricerca di un nuovo modo di vivere, una nuova etica della natura (“il perdono non è fare, è disfare”) oggi la pone molto lontana dal neuro-scienziato Mancuso (Stefano) e vicina al teologo Mancuso (Vito) che nel suo nuovo libro parla di “Etica per giorni difficili”.

col tempo cambia tutto, lo sai

e cambiamo anche noi

Gagliano finisce così: “Le storie sono uno strumento di apprendimento per l’anima. Una volta che ricordi chi sei, non hai più bisogno di alcuna storia. Così parlò la pianta”.

Il finale di Fechner è profetico, e sembra anticipare i sentimenti della sua “nipotina”: “la disposizione a germogliare presente nel seme costituisce il primo ed unico vero pensiero nell’anima della pianta e in questo pensiero si racchiude la memoria di tutta la sua vita e insieme la sollecitudine per il futuro d’un altro essere simile ad essa”.

E la vita continua anche senza di noi

Testi:
Leone Belotti

Illustrazioni:
Alessandra Corti

Fonti e riferimenti:

Gustav Theodor Fechner, L’anima delle piante, 1848.

Monica Gagliano, Così parlò la pianta, 2022.

Vito Mancuso, Etica per giorni difficili, 2022.

Vasco Rossi, Anima fragile e Albachiara, 1979.

Internazionale n.1042, Marzo 2014.

Titoli correlati

L’albero della gioia
Leggi
E la maestra disse: piantatela, bambini!
Leggi
Le piante di Artemide e le piante di Apollo
Leggi