Google Earth, zoom al centro esatto della Lombardia. Risalendo il fiume, tra le “cattedrali del lavoro” dismesse, una palazzina liberty. Dietro la facciata uno spazio inaspettato, ampio, luminoso. Pavimenti d’acqua, tetti di vetro, un mare di piante. Addossata al perimetro murale, una biblioteca sospesa. Un pianoforte, un tavolo, cinque persone.
«I dati parlano chiaro».
Il tema piante, intelligenza e nuove funzioni delle piante, sta diventando main-stream. Libri, giornali, tv, web, moda, design. Ovunque ci sia una cover o uno scenario sarà green.
Alla Biennale di Architettura di Venezia è stato appena svelato il progetto “Tropicalia”, la più grande serra mai costruita, 20.000 m2 senza pilastri. Aprirà nel 2024 sulla Côte d’Opale, in Francia. Una giungla tropicale, per provare lo stupore dei botanici, degli esploratori, dei cacciatori di piante. La nuova Disneyland.
In realtà sappiamo molto poco sulle nostre piante da interni, sulla loro origine esotica. Quello che manca, il vero valore, è la connessione culturale.
«Ora che tutti parlano di piante e progettano serre, parliamo di libri e progettiamo una biblioteca». Per ritrovare le radici, la linfa del nostro amore per le piante. Storia, filosofia, idee, scoperte, futuro. I momenti decisivi, i grandi cambiamenti. Come sono arrivate qui?
«Londra, 1842, l’invenzione del Dr. Ward».
Appassionato entomologo, il Dr. Ward un giorno chiude una crisalide in un barattolo di vetro con del terriccio umido per poi osservarla schiudersi. Ma se ne dimentica. Giorni dopo in quel barattolo sigillato spunta una piccola felce. Dopo quattro anni vive ancora.
Ward osserva e capisce. L’umidità si condensa sul vetro e torna al terreno creando un microclima vivibile per le piante. Costruisce cassette di vetro sigillate, le riempie di piante e le spedisce a fare il giro del mondo. Fino ad allora le piante non avevano speranza di attraversare i mari. Nella stiva morivano per mancanza di luce, sul ponte bruciate dal sole e dalla salsedine. Se arrivavano in Europa, poi morivano di freddo. Dopo 10 anni di conferme sperimentali, Ward pubblica la sua “invenzione per caso”. Una piccola serra da viaggio, la Wardian Case. Una rivoluzione.
Robert Fortune, il “Botanico inglese”, grazie alle Wardian Cases riesce a far uscire dalla Cina le piante del tè e a far arrivare in Occidente moltissime delle piante esotiche che oggi vivono nei nostri interni. Nascono nuove economie, coltivazioni, commerci, nuove abitudini di vita, nuove forme architettoniche. Tutti vogliono avere piante esotiche. Le finestre delle case diventano bow-window, giardini d’inverno, serre in vetro e acciaio sorgono ovunque. Arriviamo al Novecento, il liberty, le avanguardie, le ricerche di Steiner, la bio-dinamica.
«E poi Amsterdam, negli anni Settanta».
Nel clima libertario della città dei tulipani, nasce e si sviluppa il metodo naturale della coltivazione idroponica. Perfetta per le piante da interni. Più leggere, pulite, performanti e resistenti. Nel 1987 apre in Italia la serra idroponica Hydro Ware.
«Oggi una serra-biblioteca, un nuovo habitat, fatto di piante e di libri, antichissimo». Abbiamo bisogno del fertile silenzio cistercense del chiostro e dell’erbario, dove le piante e i libri dialogano e convivono, sopportando e migliorando l’ambiente in cui si trovano, scambiandosi approcci e distanziamenti, diffondendo messaggi e parole, polline e semi per rinascere altrove, col favore delle api.
Nel caso dei libri, le api siamo noi. Lettori e scrittori, portatori di semi e produttori di miele, cioè di cultura. Abbiamo bisogno delle api, insieme alle piante.
Testo: Leone Belotti
Illustrazioni: Alessandra Corti
Fonti e riferimenti:
Michael Tyler Whittle, I cacciatori di piante.
Nicole C. Vosseler, Il botanico inglese.
XVII Biennale d’Architettura, Tropicalia, studio Coldefy.