Ti rinnamorerai

Respiriamo l’aria e viviamo aspettando primavera

Tutti la aspettano, tutti la desiderano, ma lei raramente è puntuale. Inquieta, impaziente, si fa vedere troppo presto, crea scompiglio, si dilegua e alla fine arriva in ritardo. In ogni caso, è impossibile resisterle.

Primavera non bussa, lei entra sicura

Come un vento improvviso, ti prende sempre di sorpresa, ti cattura, ti entra nelle pelle, nel cuore, ti accende con uno schiaffo, ti scioglie con una carezza, ti annuncia che la notte del medioevo è finita e ti trascina nel sole del rinascimento.

Questo è un momento di passaggio delicato per tutte le creature, esseri umani, animali, piante. Ogni specie, quasi anche ogni individuo, reagisce a modo suo. Però c’è un legame speciale tra gli uomini e le piante, che riemerge nel corso del tempo. Oggi stiamo riscoprendo quella stessa sensibilità verso il mondo vegetale che già il Rinascimento riprese dall’antichità greco-latina. La Primavera di Botticelli, con le nove figure mitologiche che raccontano la fasi della metamorfosi, è un manifesto senza tempo, un codice che ci riconnette agli antichi.

Si può darne una lettura mitologica, allegorica, filosofica, dinastica, geopolitica, astrologica, alchemica e infine botanica. 

Noi la usiamo come una piccola guida per le cure da prestare alle piante in primavera. L’arrivo del vento di nord-ovest, Zefiro, che afferra Clori e la trasforma in Flora è il momento più traumatico: quando aumentano la luce e la temperatura e apriamo le finestre, le nostre piante rischiano uno shock. Occorre fare attenzione alle correnti d’aria e dosare l’esposizione al sole in modo che il risveglio sia sereno e la fioritura armoniosa.

Siamo come fiori prima di vedere il sole a primavera

Flora, la fioritura, è Florentia, Firenze, rappresenta la primavera italiana, l’idea che il risveglio della natura possa portare un rinascimento globale, culturale e civile, non solo personale, ma di gruppo, familiare, dinastico, cittadino e nazionale. 

Tu che sei nata dove c’è sempre il sole

Venere è la bellezza che viene dall’acqua, è Venezia, e per il botanico indica l’operazione dell’annaffiatura, che non dovrà essere eccessiva.

Ti rinnamorerai a marzo

Cupido è eros, amor che ogni cosa governa, è Roma, è la scintilla, la freccia, il codice, il propellente. Per le nostre piante, è il concime.

Insegnami a respirare

Proteggimi, se puoi abbracciami

Tra due minuti è primavera

Le tre Grazie, passione, pudore e bellezza, ci ricordano il lavoro di potatura selettiva e pulizia delle foglie. 

Infine Mercurio, l’uomo di mercato, d’ingegno e d’affari, è Milano, è lo sposo con le ali ai piedi, prefigurazione dell’uomo red bull.

Che paura, che voglia che ti prenda per mano

Che paura, che voglia che ti porti lontano

Con il suo rametto d’ulivo due serpentelli, scaccia le nubi e sanifica, certifica, protegge i frutti della primavera. Per noi, è l’ultimo indispensabile lavoro: neutralizzare i parassiti.

Queste cure che prestiamo alle piante (attenzione alle correnti d’aria, alla luce e alla temperatura, annaffiatura, concimazione, potatura e trattamenti antiparassitari) in realtà, se svolte con pazienza, sensibilità e armonia, hanno un effetto positivo anche su noi stessi, che con l’arrivo della primavera siamo esposti a problemi di ansia, umore, idratazione, metabolismo, eccitabilità. Anche noi, come le piante, ci dobbiamo resettare per accogliere la primavera e rifiorire. E curare le piante ci mette nella giusta sintonia. 

Testi: Leone Belotti

Illustrazioni: Alessandra Corti

Fonti e riferimenti:

Marina Rei, Primavera, 1997

Fabrizio de André, Un chimico, 1971

Fabio Concato, Fiore di maggio, 1984

Achille Lauro, 16 marzo, 2019

Annalisa, Tra due minuti è primavera, 2012 

Aby Warburg, La nascita di Venere e la Primavera, 1893

Ernst Gombrich, Botticelli’s mytologies, 1945

Erwin Panofksky, Studi di iconologia, 1962

Horst Bredekamp, Botticelli, la Primavera, 1988

NOTE DI PRIMAVERA

In primavera Medici Pazzi

La Primavera fu inizialmente commissionata da Giuliano de’ Medici, poi ucciso nel corso della congiura dei Pazzi. In seguito l’opera fu portata a termine per il matrimonio di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, cugino del Magnifico. Nel frattempo Botticelli lavorò alla cappella Sistina.

Botticelli botanico

L’interpretazione botanica prende avvio dal contesto storico e culturale e dai testi botanici di riferimento dell’opera, che nasce quasi come un’illustrazione del De rerum natura, ed è presentata al committente insieme al poema De Arboribus sulla cura delle piante composto da Bartolomeo Scala. Secondo uno studio di Guido Mocci, direttore del Giardino dei Semplici (ovvero l’orto botanico di Firenze), nel prato circondato da un boschetto che fa da scenario alla Primavera (nome attribuito dal Vasari, mentre altre fonti citano l’opera come Giardino delle Esperidi) Botticelli ha dipinto oltre 500 specie di fiori e piante. Iris, fiordalisi, ranuncoli, papaveri, margherite, viole, gelsomini. E  soprattutto: non ti scordar di me. 

La primavera per i tedeschi

I critici tedeschi hanno visto nella primavera non già l’annuncio del Rinascimento ma l’apoteosi del Medioevo, e quindi della weltanschauung tedesca e dello spirito gotico pervaso dal senso di una missione comune da compiere. 

Restauro di primavera

La grande tavola di 6 metri quadri rivela 9 strati di pittura  (2 di imprimitura, 2  basi, 3 strati di colore, 2 verniciature) dai quali si evince che Botticelli ha dipinto prima le figure umane, poi le piante. 

Grand tour di primavera

Si scende dal Brennero, come una raffica di Zefiro, prima tappa a Mantova, con la ninfa Clori, che diventa Flora a Firenze, Venere a Venezia e Amor a Roma. Quindi un girotondo nautico con le tre Grazie del mare (Bellezza a Napoli, Passione a Pisa, Pudore a Genova) per arrivare a Milano con Mercurio.

Il mercoledì delle piante

Il Mercoledì delle Piante è un’illuminazione, una fecondazione, una forma di comunicazione spontanea in grado di esprimere questioni complesse con il dono della sintesi, anzi della fotosintesi. Come un soffio di vento che si inoltra nella foresta raccogliendo essenze, spore e polline e sorvolando valichi, vallate e interi campi del sapere ti conduce a provare il piacere più intenso, il frutto della conoscenza.

L’oggetto del nostro Mercoledì delle Piante sono le piante stesse e le nostre relazioni con le piante e con il mondo della vita. In casa, in ufficio, nei luoghi pubblici, in città, in ogni luogo e in ogni momento le piante ci danno aria, nutrimento, benessere e modelli relazionali di convivenza sinergica.

Un gruppo di ricerca multidisciplinare si incontra ogni mercoledì nella serra Hydro Ware e mette a confronto idee, notizie, studi e pubblicazioni che toccano aspetti sanitari, alimentari, energetici, economici, psicologici e filosofici e coinvolgono scienze naturali e umane, antiche credenze e nuove tecnologie.

Nato come attività di formazione interna, il Mercoledì delle Piante è diventato un appuntamento di comunicazione: la pubblicazione del report di sintesi è un invito al viaggio, una guida attraverso il fitto sottobosco delle specializzazioni alla scoperta delle frontiere del regno vegetale, che forse non esistono.

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